Ho ceduto la penna critica a una mano femminile, quella di Ilaria Spes, che ha commentato il racconto di Danilo anche citandolo:
“In una depressione grigia, tra i miasmi malsani di rogge e fossati, la paura della guerra, dell’ignoto e della morte. La paura delle cose che il buio può celare. Maledizioni e sciagure. Brontolii laceranti e rumori ansimanti. Attraverso un ritmo e atmosfere narrative simboliche, inquietanti e incalzanti, tra silenzi che circondano come un filo spinato e luci fioche che respingono e trattengono, in un incalzare di suggestioni indecifrabili e di scoperte agghiaccianti ... il lettore viene inghiottito nell’antro spaventoso e avvincente del racconto.”
Io, di mio pugno, voglio aggiungere soltanto che il racconto ha passaggi topici, ma originali, della letteratura horror. Che non voglio svelare, per non guastare la festa ai lettori.
Bella recensione!
RispondiEliminaIo quel maledetto "petpetpet" me lo sogno ancora!