Vivere in un mondo chiuso, governati da
un dittatore senza scrupoli che ci controlla, affamati e prigionieri
di un treno che non arriva mai a destinazione. Non è un viaggio con
Trenitalia in Corea del Nord, si tratta invece di Snowpiercer,
un film del regista coreano – del sud – Bong
Joon-ho. Tratto dal fumetto francese Le
Transperceneige, è
ambientato interamente su un treno che, in un mondo che è stato congelato cercando di contrastare l'effetto serra,è diventato un'arca di Noè
su rotaia. Visivamente debitore del Terry Gilliam di Brasil
e de L'esercito
delle 12 scimmie,
con un cast internazionale dove spiccano gli inglesi Tilda Swinton e
John Hurt, Snowpiercer si colloca nel filone della fantascienza
post-apocalittica. Il viaggio di Curtis, il protagonista, lo porterà
a una rapida ascesa sociale non priva di frenetici combattimenti e
agghiaccianti rivelazioni. Al di là delle possibili interpretazioni
sociologiche, il film è un solido blockbuster di buon
intrattenimento, che mitiga la drammaticità della vicenda con
qualche tocco comico. La locomotiva del cinema sudcoreano è
lanciata, chissà dove ci porterà.
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